Siccome l'obiettivo finale dell'informatica è quello di creare sistemi che aiutino, migliorino o compensino le debolezze degli esseri umani, ci sono numerose branche dell'informatica che si basano sempre più sulla psicologia. Cinque aree dell'informatica in cui ho fatto ricerca (o almeno hanno sottocampi che) si basano pesantemente sulle scienze del comportamento umano: interazione uomo-computer, cybersicurezza, ingegneria del software, linguaggi di programmazione e istruzione. (Sembra che io sia attratto dall'intersezione!) Quindi una certa comprensione della psicologia umana è sempre più utile nella progettazione di sistemi informatici.
Naturalmente, ci sono molte aree che non si basano affatto sulla psicologia: ad esempio, l'informatica distribuita riguarda la matematica e i sistemi, non gli umani. Tuttavia, anche lì, alla fine creiamo protocolli per l'uso umano; quindi, almeno implicitamente facciamo affermazioni sulle aspettative umane: ad esempio, gli esseri umani si aspettano che alcuni dati siano tenuti perfettamente sincronizzati (diciamo i bilanci bancari), sono disposti a rinunciare alla precisione su altri dati (diciamo il numero di Like su un post di Facebook), e inoltre, possono essere addestrati a muoversi tra gli uni e gli altri. Quindi, in definitiva, una persona che costruisce un sistema distribuito in pratica sta facendo ipotesi sulle aspettative umane e sull'addestrabilità, che se ne renda conto o no.