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> Qual È Il Contrario Di Laico?
Qual è il contrario di laico?
≈ ↑ anticlericale, ghibellino. ‖ aconfessionale. ↔ cattolico. ↑ clericale, confessionale, guelfo.
Che significa in virtù di?
in v. di, per v. di, in forza di, per merito di, per opera di, grazie a: in v. della legge, a norma di tale legge; fu vinto per v.
Riguardo a questo, quali sono le virtù di un uomo? Seguendo Aristotele, Tommaso distingue le virtù umane in intellettuali e morali; tra queste ultime le virtù cardinali (cioè principali) sono quelle indicate da Platone: la saggezza (o prudenza), il coraggio, la temperanza (o moderazione) e la giustizia.
Riguardo a questo, qual è l'opposto di ignoranza?
inconsapevolezza. ↔ conoscenza, consapevolezza.
Quali sono i sinonimi e quali sono i contrari? ≈ antitetico, contrapposto, contrastante, opposto. ‖ divergente, diverso, incompatibile, inconciliabile. ↔ analogo, concorde, identico, simile, uguale.
Come si chiamano le parole contrarie?
In semantica, l'antonimìa indica la relazione intercorrente fra due lessemi di significato opposto; si contrappone alla sinonimia. I membri di una coppia antonimica son detti 'antonimi' o 'contrari'.
Come sinonimi e contrari? modo, maniera, mezzo, metodo, causa.
Di conseguenza, cosa dice la bibbia delle donne?
Tommaso d'Aquino osserva che secondo la Genesi 2,22-23 la donna fu l'ultimo essere creato da Dio e non fu creata dal nulla, come tutte le altre creature, ma fu creata da una costola di Adamo. Infatti, scrive Tommaso, «la donna non doveva essere creata nella prima creazione delle cose.
Rispetto a questo, quanto sei fico o figo? m. -chi e -ghi). – Nel linguaggio giovanile, di persona abile, astuta, che si fa ammirare per qualche sua particolare capacità, o anche elegante, di bella presenza: quanto sei fico!; è un ragazzo veramente fico!; anche come s. m.: il tuo amico è proprio un fico (al femm.
Che cosa significa uomini di rango?
elevato o superiore (e assol. di rango) o di basso r., di r. inferiore; gente d'ogni rango; e, in partic., al livello e grado di alti funzionarî e, nel passato, di nobili: un ambasciatore con il r. di ministro; essere elevato al r.